E’ difficile trovare le parole per salutare un animaletto che ti ha tenuto compagnia. Più difficile che salutare una persona, della quale puoi raccontare gli atti, le frequentazioni, i gusti, citare le battute, ricordare i pregi, sminuire i difetti. Con un cane si rischia di affogare la penna nel luogo comune. Il migliore amico dell’uomo.
Marcie era una cagnolina perfetta. Un cuore pieno di gioia. Mangiava la frutta, da piccola, saltava sul divano e se la sgridavi si metteva a testa in giù, col sedere per aria, e ti invitava a giocare. Tentava di aprire la porta ma non ci riusciva. Era succube di Alice, gatta fifona e un po’ nevrotica, ma gatta-gatta. Animale sapiente e discreto, dignitoso, paritario nei rapporti sociali. Marcie era festaiola e coraggiosa. Una volta attaccò un cane perché mi aveva ringhiato. Me l’avevano regalata e l’avevo subito condivisa con mia madre, visti gli orari di lavoro impossibili. Quando mi sono trasferito è rimasta da lei, ma ogni volta era un trionfo di baci e di salti di gioia. Volevo tornare per salutarla, era sempre più malata. Oggi c’è stato un peggioramento ed è andata via, accompagnata da mia madre e dal veterinario. E’ un dolore lacerante di cui non dirò, se non per rimproverarmi l’incapacità ormai conclamata di essere forte in certi frangenti. Lo sono, forte, in tutti gli altri momenti della vita. Il dispiacere per sapere spento quel cuoricino è troppo grande. Non è smart, un cane. Non è un supereroe come il gatto. Ma è la creatura che ti ama di più al mondo.
Per noi è una grande perdita.
Ciao, Canetopo adoratissimo.
E chi ti si scorda.